Il tartufo nella storia.
Si narra che il Conte Camillo Benso di Cavour lo proponesse spesso nei suoi sontuosi pranzi destinati ad agevolare le sue attività politiche.
Il musicista Giocchino Rossini lo definì il “Mozart dei funghi”.
Alexander Dumas lo definì il “Sancta Santorum” della tavola.
Lord Byron lo teneva sulla scrivania perchè il suo profumo gli stimolasse la creatività.
Per alcuni “scienziati dell’epoca”, il suo aroma era una sorta di “quinta essenza” che provocava sull’essere umano un effetto estasiatico. Al tartufo infatti si attribuisce da sempre qualità afrodisiache: fra gli antichi greci l’uso di cibi stimolanti era notevolmente diffuso durante le feste dionisiache.Gli effetti afrodisiaci del tartufo sono attribuibili alla presenza di una sostanza odorosa, Landrosterione, che agisce a livello olfattivo in certi animali e nell”uomo, rallentando la produzione di serotonina e quindi sollecitando una certa serenità e calma dei sensi.